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"Onorare gli eroi col ricordo, narrarne le gesta di pace e di
guerra a coloro che verranno, Portare i giovani nelle sublimi palestre
delle vette alpine. Incitarli ad osare, a vivere, a vincere. Ecco il nostro
compito"
Questo il messaggio con cui il "Comitato per la Costruzione del rifugio
Medaglia d'oro Giorgio Graffer nelle Dolomiti di Brenta" esprime,
in una pubblicazione, l'intenzione di costruire e intitolare al valoroso
pilota di aerei, medaglia d'oro al valor militare, un rifugio: l'attuale
Rifugio Graffer.
Giorgio Graffer fu Capitano Pilota in forza all'Aeronautica: egli combattè
nei cieli di Francia, Torino, Albania, Grecia. Si distinse fin da piccolo,
appena quindicenne, per le imprese estreme sulle pareti delle amate Dolomiti
di Brenta. Fu autore di vie sbalorditive, insieme agli amici d'un tempo,
Bruno Detassis su tutti:"le sue ascese, quasi egli salisse, con l'aerea
delicatezza di una farfalla o con l'agilità di un felino, si distinguevano
pe l'armoniosità dei movimenti e la ferrea presa di ogni più
piccola sporgenza rocciosa..." Sue furono le più ardite vie
aperte negli anni 30 su cime quali il Campanil Basso (Via Graffer e Spigolo
Graffer), il Crozzon di Brenta (parete EST), Cima degli Armi (varianti
Graffer), il Campanile Alto(via Graffer-Videsott), la Tosa (via detassis-Graffer).
(da Il cielo di giorgio Graffer, Editrice Rendena 2001).
Le sue imprese eroiche, quelle di pilota, per cui ricevette la medaglia
d'oro al valor militare, e quelle di alpinista, per cui, ancor oggi, le
sue vie fanno selezione, ebbero fine quel 28 novembre 1940: durante uno
scontro a fuoco nei cieli della Grecia egli precipita con il proprio aereo.
La nascita di un comitato, qualche anno dopo, spinse nella costruzione
di un rifugio in alta montagna per riconoscenza nei confronti di questo
eroico personaggio: e quale luogo migliore delle amate Dolomiti di Brenta?
Nel 1947 nacque il Rifugio Giorgio Graffer al Grostè.
Nel 1956 venne cdeuto per una cifra simbolica alla SAT, attuale proprietaria.
Il Rifugio fu poi ristrutturato dalla stessa negli anni 90.
Se vi capiterà di varcare la soglia del Rifugio Graffer, sereno
ed orgoglioso delle tue fatiche, le immagini e gigantografie ingiallite
dal tempo, guardandoti in giro, cattureranno la tua attenzione. Sarà
la guida alpina Egidio Bonapace, gestore del rifugio, che ti narrerà:
c'era una volta...
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